MI PRESENTO


Sono Roberto e userò questo spazio per raccontare il mio viaggio; ho scelto l’appellativo di dharma biker.

Dharma è una parola sanscrita e ha molteplici significati. Nel buddismo indica ciò che ciascuno di noi porta verso l’esterno e contemporaneamente ciò che dall’esterno entra dentro di noi.
Vorrei che il mio fosse un viaggio di ricerca, ma non so ancora cosa voglio ricercare. Forse sarà il viaggio stesso a illuminarmi, a mettermi a confronto con situazioni, persone e culture diverse che mi spingeranno a riflettere e a trarre delle conclusioni.

Sono nato in Svizzera da genitori italiani nel 1959.
Parlo alemanno, tedesco, italiano, inglese e quando mi metto in testa una cosa, è difficile che desista tanto facilmente.
Dopo la scuola, a diciotto anni, sono partito per il servizio di leva e quando lo conclusi avrei voluto passare alla carriera militare, ma fui scartato con mia grande delusione. Dopo un matrimonio alle spalle, finito forse per la mia irrequietezza e cinque anni di altri lavori, un funzionario mi propose di rientrare nell’arma.
Feci la formazione a Roma e poi missioni in borghese all’estero. Ho girato l’Europa e mezzo mondo: sono stato in Germania (Est e Ovest al tempo), Francia, Norvegia, Benelux, Stati Uniti, Afghanistan, Iraq, Yugoslavia, Kuwait, Iran, Israele, Emirati Arabi. Non sempre le situazioni erano serene e facili da affrontare: le esperienze in zone di guerra hanno inciso profondamente su di me.
Posi fine a questo capitolo della mia vita nel 1996 quando decisi di tornare a vivere stabilmente in Italia con Esther, una donna svizzera che ai tempi delle scuole elementari era stata mia compagna di banco nonché mia migliore amica.
Esther imparò l’italiano, io iniziai a lavorare per una multinazionale svedese per la quale ebbi comunque l’occasione di girare il mondo come formatore.
Nel frattempo nacque nostro figlio Marco e decidemmo che avrei dovuto aspettare che diventasse maggiorenne per tornare a girare in moto: una passione che condividevamo.
In tutta la mia vita non mi ha mai abbandonato la sete di conoscere luoghi, popoli, culture differenti e lasciarmi contaminare. Condividevo con Esther le riflessioni sulla natura e sulla fisica, sulla filosofia e sull’esistenza.

Esther ci ha lasciato qualche anno fa, per un tumore che ha affrontato con molta naturalezza. Si paragonava a una foglia, che nasce e cresce sul ramo di un albero, cambia colore, forma, aspetto e poi cade a terra. Ma non smette di vivere perché diventa nutrimento per altri esseri viventi e torna a essere parte della vita. È energia.

Con questa semplicità Esther ha aperto i miei orizzonti mentali, ha ripulito i ricordi terribili della carriera militare, ha trasformato la mia voglia di esplorare e girare il mondo da “necessità per missione” a “desiderio di vita e libertà”.
Insieme abbiamo viaggiato in moto e ci sarebbe piaciuto continuare a farlo per molto tempo.

Fisicamente partirò per questo viaggio da solo, ma so benissimo che Esther è con me e dentro di me.

AVVISO

Ci scusiamo per il ritardo sugli aggiornamenti di viaggio, dovuti a causa di problemi tecnici e soprattutto ai blocchi alle applicazioni internet in Bielorussia e Russia.

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