PASSAGGIO IN GEORGIA- Tblisi, 28 maggio

Mi alzo alla buon’ora, alle 5.30, visto che oggi devo superare la frontiera tra Russia e Georgia; sono ancora memore di Terespol e delle quattro ore e mezzo trascorse per passare dalla Bielorussia alla Russia. In questo caso però si aggiunge un’altra incognita, quella che Wass, tra le montagne, è l’unico passaggio funzionante tra Russia e Georgia; gli altri sono chiusi.

Colazione al distributore, ringraziamenti e via che si va. Naturalmente navigazione a carta e compasso. Dopo circa 50 chilometri inizia la segnaletica della frontiera e la strada peggiora; alla segnalazione dei 25 chilometri al confine di stato, trovo la coda dei camion: mi metto in sorpasso e vado avanti adagio.

Arrivo ai controlli; il posto si chiama Lars nel comune di Kazbegi/Stepantsminda, sono a 1740 metri sul livello del mare, e si sentono tutti con forti raffiche di vento. In pratica sono catene montuose del Caucaso; la discesa in Georgia è caratterizzata da una strada militare, e tale e rimasta; è l’asse che collega il traffico pesante dell’Armenia con la Russia. Le cime attorno sono innevate la temperatura percepita intorno ai 2-3 gradi.

Il controllo da parte russa è abbastanza celere, mentre un po’ mi fa soffrire la Georgia, ma alla fine è tutto a posto e posso andare.

Prima tappa 200 metri dopo, per acquistare una SIM georgiana. La inserisco nel cellulare e come per incanto c’è di nuovo tutto: tornano internet e il navigatore, che imposto subito.

Inizio la discesa, piano; si sono camion che invadono la corsia, e infatti dopo qualche chilometro succede. A un bilico scivola il posteriore verso la mia parte: la strada è bagnata, c’è il fango di un cantiere vicino. Il camion si bloccam ma le ruote posteriori del rimorchio continuano a scivolare.

Non ho molta scelta, cerco di fare spazio e parte anche la mia moto di lato. Per farla breve, sono finito nel fiume accanto alla strada e il rimorchio si è fermato.

Non c’è molta acqua, forse 40-50 centimetri, ma sufficiente per farmi bagnare, prendere freddo e incazzarmi. Dai camion non scende nessuno. Mi tiro fuori in qualche modo e vado al cantiere. Prontamente bloccano tutto il traffico e con la ruspa tirano fuori la moto dall’acqua. Dopo aver spostato la moto, mi offrono il caffè e riparto.

Sono parecchio bagnato, ma resisto sino a Tblisi, dove consegno gli abiti a una lavanderia e mi butto sotto una doccia calda.

La mattina dopo, prima di fare colazione, controllo i danni e fortunatamente è tutto ok.

Non vedo l’ora di cominciare a lavorare con WeTransfer! Ho tutti i dati, i racconti, le foto e i filmati da mandare in Italia. Oggi e domani si lavora!

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AVVISO

Ci scusiamo per il ritardo sugli aggiornamenti di viaggio, dovuti a causa di problemi tecnici e soprattutto ai blocchi alle applicazioni internet in Bielorussia e Russia.

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