Qui a Tblisi realizzo che ho bisogno di riposo, sento di averne bisogno dopo aver percorso più di 6000 chilometri. Così mi dedico alla pulizia personale, continuo a scrivere e a sistemare le mie cose.
Mi telefona un caro amico che vorrebbe venirmi a prendere qui in hotel per trascorrere del tempo assieme, è dal 2008 che non ci vediamo. Mi scuso, ma rimandiamo al giorno successivo. Sono troppo stanco.
Nell’hotel dove pernotto mi stupisce che i gatti girino liberamente; in particolare ce n’è una con cui ho legato fin dalla prima sera. Ho convinto lo chef a darmi un pezzettino di carne per darle da mangiare perché la vedevo un po’ sbattuta e poi sono andato a prendere delle crocchette.
Questa mattina giocavo con la gatta prima di fare colazione; si avvicina un signore e si presenta come il direttore. Mi chiede se i gatti mi danno fastidio. Io rispondo di no. Mi spiega che l’hotel è di nuova costruzione e per avere tutte le licenze ha dovuto rispettare una colonia felina che viveva lì da anni. Così i gatti fanno quasi parte del personale. Il gatto è l’animale più antico in simbiosi con gli umani, gli egizi lo veneravano. Qui vengono mantenuti e fanno parte della famiglia; anche la cucina è parzialmente al loro servizio, se così si può dire.
La sera esco a fare un piccolo giro per vedere il caravanserraglio della Via della Seta, ovvero luoghi dove si accoglieva e dava rifugio i mercanti durante i loro viaggi. Poi via a letto.